Lo stato meditativo non è uno stato di riflessione su concetti astratti, per quanto elevati possano essere, anche se il termine stesso nella nostra lingua suggerisce un lavoro mentale.
Nella tradizione cristiana, ad esempio, meditare significa riflettere, agire con la mente pensante concentrata su un’idea o su un problema teologico o metafisico.
Lo stato meditativo è esattamente l’opposto.
E’ interruzione dell’attività mentale - sia essa meccanica o consapevole - un arresto del pensiero, uno stato di vuoto che permette di accedere ad uno spazio diverso.
La pratica regolare delle tecniche che favoriscono lo stato meditativo aiuta a sapere discernere - tra le configurazioni abituali del quotidiano - gli schemi meccanici (mentali, emotivi, comportamentali) di tipo compulsivo, non consapevoli quindi, e pertanto dannosi sia per sé che per gli altri.
Lo stato meditativo è una “coscienza di sé" che non include livelli di identificazione emotiva.
E’ la sperimentazione dell’Essere nella sua natura originaria.
Paolo Facchini
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